Corradoè il protagonista del romanzo La casa incollina. È anche il narratore della tutta storia. Narra le cose dal suopunto di vista. Il ritorno notturno nella casa in collina, rappresenta ildesiderio di solitudine.
Frequenta l’osteria con gli amici per ricordare ilpassato, ma non riesce a vincere il suo isolamento. Lui preferisce evitare lapartecipazione attiva alla guerra con i partigiani e raramente esprime la suaidea politica.Laguerra è per lui interminabile, cioè fluisce. Vorrebbe partecipare in modoattivo, ma non lo fa, e per questo si sente male. Rassegnato, cerca la salvezzada questo tormento, tornando nelle Langhe. Spera di trovare pace.Nelromanzo La casa in collina Corrado presenta dei trattiautobiografici.
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Ha quarant’anni, è un insegnante e perciò e un intellettuale.Cerca il rifugio sulle colline del Monteferrato durante il periodo fascista.Ama andare nei boschi, sia durante la notte che durante il giorno. Corrado diventa sempre più amico deifrequentatori dell’osteria e molte volte si trattiene con loro per ascoltare laradio.Corradoè inoltre professore di scienze a Torino. Vive nella villa di Elvira e dellamadre che si occupano di lui. Vive nascosto nel centro delle sue colline. A Corrado sfugge l’ultimo senso dellaguerra e delle inumanità che vengono commesse.
1Corrado scopreche Dino, può essere anche suofiglio, ma non riuscirà mai a sapere la verità in merito. Un giorno quandoarrivano dei fascisti Corrado sinasconde in un collegio lontano dove per il momento i fascisti non si sonopresentati e poi lo raggiunge anche Dino.Dino èun personaggio molto importante nel romanzo, soprattutto per Corrado. È unbambino molto vivace, allegro e molto intelligente. Corrado vede subito una somiglianza tra i suoi modi di fare equelli di Dino tanto che comincia adavere sospetti sulla sua possibile paternità.Dinonasce e cresce in un periodo di guerra durante il quale prevalgono mentalità asenso unico e non esistono grandi aspettative per il futuro. Alla fine lui nonsegue i progetti che ha per lui la madre, ma con l’entusiasmo e gli idealitipici dei giovani, si unisce alla lotta partigiana sulle colline.
Dinoera già un uomo e si guardava sempre intorno. Corrado si sempre domandava: Che cosa c’era di comune tra me e lui? Checosa avevo fatto per lui?2Corrado per Dino aveva solo le parole belle; per lui era un bel ragazzo,ben tenuto.Adessofinito le scuole, Dino era in manodella nonna, che lo lasciava gironzolare, gli puliva la faccia con lo straccioe lo chiamava a far marenda. Dinonon era più un ragazzo bianco e intontito. Adesso correva, tirava sassi,si rompeva le scarpe. Era magro e monello. Corradonon sapeva perché, ma Dino glifaceva pena.
Dino avevai capelli negli occhi e una maglietta rattoppata. Corrado gli diceva che non studiava come lui tante materie, maanche lui ai suoi tempi aveva fatto i disdegni. Gli raccontava come avevacopiato pietruzze, nocciole, erbe rare.
Corrado:Parlava senza inciampi, sicuro di sé,come si fa tra coetanei. Mi dava del voi.3A Dino piacerebbe diventare unsoldato, combattere in Sicilia. Corradouna volta gli ha domandato se la mamma forse sa se lui vorrebbe far la guerra.Lui gli ha risposto che la mamma dice che la guerra è una vergogna. Che ifascisti hanno colpa di tutto.Corrado avevapaura che Dino era suo figlio. C’eraun evento nel romanzo quando Corradogli ha chiesto del suo padre, se forse l’ha conosciuto.
Dino gli ha risposto che la sua mamma l’ha conosciuto, non si sonomai più visti.AlCorrado non gli importava di chi Dino era davvero figlio, importava soloil fatto che si sono incontrati in quell’estate dopo le assurde villanie. ComeCate dice per Dino: È un muletto, è una bestia testarda. Strappatutto.
A scuola fa sempre la lotta con tutti. Non è mica cattivo.4A scuola studia volentieri. Lui studiava e imparava anche quello che nondoveva. Cate per lui vuole che diventa qualcuno. Lei vuole che studia e diventacome Corrado.Corradoe Dino parlavano di uccelli, dicavallette, di strati geologici.
Se adesso Dinolo accettava senza molto entusiasmo, era perché gli stava troppo allecostole, perché gli facevo suo padre. Sempre di più Corrado e Dino si avvicinano etrascorrono insieme il tempo: VenivaDino, in quei mattini di novembre, e studiavamo sui suoi libri, lo facevoparlare di quel che sapeva. Di punto in bianco lui smetteva la lezione e uscivaa raccontare delle ultime voci, di quel che aveva detto un viandante, deitedeschi, dei patrioti alla macchia. 5Corradosempre parlava con Cate di Dino.
Lanonna a volte lo portava a messa e lo mandava al catechismoCorradouna volta guardava Dino e lodescrive: Lo guardavo correre. Loguardavo dare spintoni ai compagni in cappella. Lo guardavo sbirciar le vetratee pregare. Aveva un maglione sotto la giacchetta, le mani tozze e arrossate,gli occhietti cocciuti. Metteva un grande impegno a giocar bene il nostrogioco, a restare impassibile, a farmi furbeschi saluti.6.Corrado dice che Dino era un grumo di ricordi che accettava, che voleva,solo lui può salvarlo1 G.BALDI, S.
GIUSSO, M. RAZETTI, G. ZACCARIA, La letteratura ieri, oggi, domani;Dal periodo tra le due guerre ai giorni nostri, Paravia, 1 aprile 2016, pagg.683.2 C. PAVESE, Prima che il gallo canti, Il carcere, La casa in collina, pag.125.3 C.
PAVESE, Prima che il gallo canti, Il carcere, La casa in collina, pag.145.4 C. PAVESE, Prima che il gallo canti, Il carcere, La casa in collina, pag.166.5 C.
PAVESE,Prima che il gallo canti, Il carcere, La casa in collina, pag. 195.6 C. PAVESE,Prima che il gallo canti, Il carcere, La casa in collina, pag. 226.-227.